anno XXXIV – n. 1, 15 gennaio 2004
Il welfare locale è minato dalla mancata definizione dei Liveas, dalle incursioni "centralistiche", e dai tagli alla spesa sociale. Le Regioni, responsabili delle politiche sociali, devono attivarsi, sostiene Buffardi, per ottenere le risorse necessarie a garantire i livelli essenziali di assistenza. Sul welfare locale, leggero, a budget ridotto, si interrogano i Comuni, cercando la migliore forma di gestione dei servizi pubblici locali. Longo sostiene che questa scelta è secondaria, oggetto della discussione dovrebbe essere la ricerca dell’assetto istituzionale migliore per il contesto locale. Il welfare a budget ridotto è attento soprattutto alla rendicontazione, i valutatori del lavoro sociale sono chiamati a risolvere il difficile dilemma tra rigore e rilevanza, cercando di produrre contemporaneamente significati e misure (Civenti). Il welfare leggero carica le famiglie di responsabilità di assistenza ai propri familiari anziani, nasce così il nuovo bisogno di informare e assicurare sollievo e supporto alle famiglie che assistono. Giorgetti e Rozzi presentano l’esperienza dei gruppi di mutuo aiuto di familiari caregiver di anziani non autosufficienti nel magentino. Zuliani tratta della percezione dell’anziano del rischio, della prevenzione e della gestione dell’emergenza, nella logica di ritenere che gli anziani, anche con l’aiuto di familiari, siano in buona parte capaci di attivare programmi di autoprotezione. La famiglia, luogo di risorse per gli anziani, non è invece considerata tale nell’approccio alle problematicità minorili. Le famiglie disagiate non sono inserite nel percorso di autoaiuto e di reinserimento, l’istituzionalizzazione e l’affido dei minori sono preferite, alla più complicata, assistenza domiciliare (Caldarulo). Chiude il numero la Dichiarazione di Lucca dei Ministri europei responsabili per l’infanzia, accompagnata da una nota di Biancardi.