anno XXXIV – n. 2, 1 febbraio 2004
A tre anni dall’approvazione della legge 328 in oltre metà delle Regionisono già operativi i Piani di zona, in altre sono in fase di attuazioneo, comunque, partiranno. Nell’editoriale di apertura, il direttore RanciOrtigosa fa il punto sugli effetti della legge, l’impatto culturale eistituzionale; gli aspetti critici, la difficile integrazione sociosanitaria;le previsioni inevase, fra tutte la definizione dei Liveas.Il cambiamento della 328 spinge verso l’affermazione del welfarelocale, il perseguimento della sussidarietà e il ritiro delle deleghe,aumenta così la richiesta di consulenti esperti di politiche sociali, ele occasioni per questi di relazionarsi con operatori, responsabili alivello gestionale e politici in materia. Teoricamente, sostiene FrancaManoukian, esistono varie spinte a riaprire dei percorsi conoscitivicollegati all’azione “politica”, che si erano andati cristallizzando neiprocessi di istituzionalizzazione dei servizi.Gli interventi di consulenza sono di difficile successo in mancanza disguardi, impregnati di conoscenze elaborate, ravvicinati e perspicaci,sia nel sociale così come in campo sanitario, dove parrebbe più facilediagnosticare patologie e individuare rimedi adeguati. Bezzi, Giamo eMatteucci propongono due esempi complessi di valutazione in sanitàche, oltre ad avere una base teorica consolidata, hanno potuto contaresulle relazioni dirette e ravvicinate fra il consulente valutatore e leresponsabili dei servizi.Chiudono il numero due articoli che nell’ottica di valorizzare lerisorse, uscendo dal binario asimmetrico del rapporto operatoreutentee scardinando i pregiudizi nei rispettivi campi, propongono ilsostegno alla genitorialità dei Ser.T. (Vaccari, Ferrantini) e l’esperienzadell’Unione nazionale delle associazioni per la salute mentale (Muggia).
