LE DUE STORIE

Il signor Marco: un modello di intervento tradizionale

Marco ha 35 anni ed è laureato in ingegneria, dopo alcuni anni di lavoro come consulente informatico, ha avuto un esordio di tipo psicotico, in cui si sentiva osservato e spiato. In seguito all’esordio, risalente a 5 anni fa, viene preso in carico al CPS, che segnala il caso al SISL all’inizio del 2010. Durante il colloquio di valutazione si presenta ben compensato, il profilo cognitivo e formativo del soggetto è molto elevato, ma appare una significativa situazione di ansia. La richiesta è quella di un percorso d’inserimento lavorativo in tempi brevi in un ambito affine alla sua formazione.

Visto il curriculum di Marco e valutate adeguate le capacità operative si è ipotizzato un inserimento finalizzato all’assunzione. Viene contattata a tal fine un’azienda di telecomunicazioni con cui il Servizio aveva avuto ottime collaborazioni in passato e che si era dimostrata particolarmente attenta e sensibile agli inserimenti di categorie protette. A questo punto viene presentato il curriculum, viene fatto un colloquio di presentazione, l’azienda ritiene il candidato estremamente interessante proponendo un inserimento diretto. Il Servizio suggerisce un percorso d’inserimento graduale attraverso una borsa lavoro. Viene attivata una borsa lavoro di 3 mesi con l’obiettivo di favorire un graduale apprendimento delle mansioni e inserimento nel contesto aziendale.

Ma: dopo le prime 2 settimane l’azienda rileva forti criticità rispetto alle capacità di apprendimento di Marco. Il gruppo di lavoro disinveste e non dedica più attenzioni alla sua formazione, dopo circa un mese il responsabile dell’ufficio ritiene op-portuno interrompere l’esperienza non esistendo le condizioni minime per l’inserimento di Marco nell’organico.

Gli operatori del SISL cercano di aiutare Marco a rielaborare i motivi del fallimento dell’esperienza, in collaborazione con gli operatori del CPS. Le potenziali capacità lavorative e di apprendimento sono inficiate da un forte “blocco emotivo” che im-pedisce anche una rielaborazione critica dell’esperienza appena conclusa. In accordo col CPS la microequipe del SISL ritiene più opportuno proporre un’esperienza di tirocinio formativo, non più basata sulla complessità della mansione e sulle competenze specifiche ma utile ad affrontare gli elementi di criticità emersi (difficoltà di apprendimento, controllo dell’ansia, mancanza di consapevolezza dei suoi limiti).

Viene attivato un tirocinio formativo presso un’associazione che si occupa di sviluppo di progetti in Africa e in America. Il progetto ha durata 6 mesi, part-time, su mansione di impiegato generico.

L’obiettivo di lavorare sulla consapevolezza dei propri limiti sembra inizialmente fallire perché Marco non appare dotato di capacità critiche rispetto alla sua condizione di apatia e di poca capacità di autonomia rispetto alle mansioni richieste e ri-spetto a un’insicurezza che quasi lo paralizza nello svolgere i compiti più routinari.

La costante collaborazione tra tutor e il personale dell’associazione ha permesso di osservare e restituire a Marco questi elementi di forte criticità, dando così inizio a un processo di rielaborazione e consapevolezza.

Dopo 6 mesi di tirocinio il SISL ha avvallato la richiesta di un percorso finalizzato all’assunzione di Marco, svolgendo un ruolo di mediazione con un’azienda che aveva risposto positivamente alla presentazione del curriculum.

Il nostro ruolo di mediazione si è concretizzato nel costruire un inserimento graduale concordato con il responsabile a-ziendale. Marco ha iniziato una borsa lavoro di 3 mesi, con l’accordo del primo mese part-time e a partire dal secondo mese full-time, al termine di questo potrà esserci una prosecuzione di ulteriori 3 mesi. Si è cercato di definire una mansione che fornisse meno criticità possibili rispetto alle difficoltà di gestione dell’ansia.

La signora Rosa: un modello di intervento innovativo

La signora Rosa arriva al Servizio dopo aver partecipato ad altri percorsi. In particolare ha partecipato ad un progetto di riso-cializzazione durante il quale viene attivato un percorso di tirocinio presso una libreria presso la quale svolge attività per due mezze giornate alla settimana.

La signora Rosa è una paziente psichica non agganciata al servizio CPS e il primo progetto ha avuto come esito positivo la creazione di un legame con il Centro Diurno. All’interno del percorso con il Centro la signora Rosa gode di una presenza molto rilevante da parte dell’operatrice di riferimento con la quale, dopo un periodo di tempo di conoscenza ed affiancamento, inizia un’esperienza presso un piccolissimo supermercato dove la signora si sperimenta positivamente per poche ore settimanali.

La signora Rosa ha 44 anni, un curriculum molto scarno e con lunghi periodi di interruzione lavorativa; si presenta molto dimessa e dimostra più della sua età, ciononostante ha richieste molto alte e una visione di sé non corrispondente alla realtà. La signora viene segnalata al SISL e, procedendo con la prassi tradizionale, viene abbinata ad una postazione e, solo successivamente ad un tutor, per svolgere la mansione di scaffalista presso un supermercato leggermente più grande. Le ragioni dell’abbinamento risiedono nella volontà di proseguire sul percorso avviato e nel quale la persona sembra riconoscersi. L’esperienza però è fallimentare, la signora si trova in difficoltà nel rapportarsi con una clientela leggermente più vasta, ma soprattutto con un gruppo di colleghi di poco più numeroso. La reazione della signora, di fronte alle difficoltà, è quella di chiudere la relazione e scappare, è incapace di leggere i ruoli e il contesto in cui si trova.

Si decide, come équipe, di non procedere alle dimissioni della signora, ma di proseguire in maniera differente.

La Referente Territoriale incontra la signora con un Operatore della Mediazione Lavorativa, al fine di avviare un nuovo modo di affiancare la persona, che anticipa qualsiasi tipo di proposta e può consentire una relazione educativa significativa; all’utente viene presentata un’analisi della realtà tale da prospettare, come percorso di inserimento, un cambio radicale, pas-sando dall’ipotesi di un ambiente aziendale ad una cooperativa sociale. La signora ha una chiusura davanti alla proposta, la cooperativa sociale richiama l’esperienza che ha svolto in passato e che la lega a un periodo della sua vita molto negativo, in cui si sentiva male e vulnerabile. L’azione dell’operatrice della mediazione è stata quindi graduale. In particolare la vicinanza educativa ha ripreso uno schema simile a quello conosciuto dalla signora all’interno del Centro Diurno, di forte presenza dell’educatrice, e che ha rassicurato l’utente. Si è poi proceduto attraverso la visita di diverse realtà, dai centri giardinaggio a piccoli negozi, con un’analisi approfondita di cosa presuppone ogni mansione e raffrontandola con le risorse che la signora può mettere in gioco. In questo modo si è cercato di intercettare i suoi interessi e desideri. Si lavora sul perché della sua rea-zione di chiusura e su quali sono i passi da percorrere per superarla. Sicuramente la signora evidenzia una propensione a e-sprimere la difficoltà solo quando risulta impossibile un intervento. Il pre-abbinamento con l’Operatore della Mediazione La-vorativa ha contribuito a stabilire un rapporto di fiducia a prescindere dall’avvio del tirocinio, inoltre lavorare sul concreto ri-spetto alla teoria aiuta a centrare i problemi legati alla mansione. Allo stesso tempo la postazione di tirocinio individuata (una coop sociale che gestisce una serra e un laboratorio di assemblaggio) viene presentata in forma progressiva, partendo anche dai vissuti positivi della signora (in passato era stata una venditrice di fiori) e evidenziando le potenzialità per il suo inseri-mento nella cooperativa sociale, senza nascondere le difficoltà, ma affrontando le ansie e i dubbi. Ora la signora ha accettato un tirocinio presso la coop sociale, riuscendo anche a esprimere il suo bisogno di aiuto e reagendo alle difficoltà in maniera adeguata. È probabile che senza il pre-abbinamento con l’Operatore della Mediazione Lavorativa, la proposta di avvio presso una cooperativa sociale sarebbe stata rifiutata a priori.

 

L’impatto della crisi economica sui servizi di inserimento lavorativo

Appendici


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