anno XXVI – n. 20, 15 novembre 1996
Giovanni Bertanza e Pierangelo Lucattini propongono unprogetto di Assistenza Domiciliare per il malato oncologico,estensibile al servizio di Ospedalizzazione Domiciliare in generale. Sitratta di un lavoro nato da concrete esperienze di volontariato, il cuiprimo obiettivo di aprire un confronto ed un intesa tra il settorepubblico e quello del Volontariato e del privato sociale.Sempre in tema di assistenza domiciliare, Carlo Hanau ed EmanuelaPipitone presentano l esperienza di assistenza domiciliareintegrata fornita da tre USSL di Milano, riportando i dati di unaricerca finalizzata alla quantificazione dei bisogni di assistenza. Lametodologia adottata quella del CTMSP, elaborata dal gruppo Rosesdell Universit di Montreal, e opportunamente adattata alle esigenzeitaliane.Bruno Bodini riporta l esperienza di due anni di attivit di unservizio di mediazione culturale per cittadini di lingua araba, propostodall azienda Ussl 13 di Treviglio. L esigenza nata dalla sollecitazionedegli operatori sociali che hanno messo in evidenza come ledifficolt con i cittadini extracomunitari non stanno nelle richiestefatte, ma principalmente nel rapporto con gli operatori a causa delleincomprensioni linguistiche.Infine, Laila Malnati affronta il problema della riabilitazione e delrecupero di individui in seguito ad uno stato di coma. Le aspettativetroppo elevate delle famiglie o, al contrario, la loro rassegnazione,spesso ostacolano l obiettivo degli operatori di rendere l individuonuovamente autonomo, anche se magari in una realt e con unafunzione sociale diverse.